Intervista ad Adriana Maggi, Professore di Biotecnologie Farmacologiche, Università degli Studi di Milano
Redazione Open Innovation
Pubblicato il 01/02/2021
Ultimo aggiornamento: 01/02/2021 alle 14:50
01 febbraio 2021
Come agiscono e come sono stati prodotti i vaccini anti Covid finora approvati dall’Europa, perché - al di là dei timori davanti alla novità che rappresentano - sono più sicuri di quelli tradizionali. Ma anche quali incognite rimangono da verificare; cosa cambia per la ricerca nel settore farmaceutico dove hanno aperto la porta a “nuovi farmaci a base di RNA e alla farmacologia personalizzata”; la nuova centralità del settore Life Science e i nodi da sciogliere in Italia su questo fronte.
Di questo ci parla la professoressa Adriana Maggi, docente di Biotecnologie Farmacologiche dell’Università degli Studi di Milano, il più importante centro di ricerca italiano nel campo delle Life Science, e delegata del Rettore per il progetto UniMI-Scienza per la costruzione di un polo digitale della Statale a Città Studi.
Membro e Vice-Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto Superiore di Sanità, attiva in numerose associazioni e gruppi di lavoro europei, coordinatrice di progetti scientifici nazionali e internazionali, autore di più di 200 pubblicazioni originali e review sulle maggiori riviste scientifiche, la professoressa Maggi ha anche depositato diversi brevetti, fondato uno spin-off universitario e promosso uno dei primi centri di ricerca congiunta tra università e industria.
Maggi ripercorre dunque i passaggi che hanno permesso di abbreviare drasticamente i tempi di produzione dei vaccini anti Covid, ma guarda anche - e invita tutti a farlo - “al domani”, al futuro della ricerca e della produzione farmacologica in Italia come elemento strategico per il sistema Paese.
Guarda la video intervista e coomenta: