GIORNATA DELLA RICERCA
IN MEMORIA DI
UMBERTO VERONESI
III EDIZIONE
Milano, Teatro alla Scala
8 Novembre 2019
ore 9.00 - 12.30
Il premio
1.000.000 €
HEALTHY AGEING
L'AREA STRATEGICA
Processo di sviluppo e mantenimento funzionale delle abilità che garantiscono il benessere della persona durante la vecchiaia
LE RICADUTE DELLA SCOPERTA
Miglioramento delle condizioni di vita delle persone, secondo i canoni della scienza traslazionale
LA GIURIA
15 membri con il più alto h-index della lista ufficiale Top Italian
Scientists
per ciascuna delle aree afferenti alle Scienze della vita. Presidente della Giuria è la cardiologa
Silvia Priori.
Esperto dei meccanismi delle malattie neuro degenerative
Adriano Aguzzi
È uno dei massimi esperti mondiali di biologia dei prioni , responsabili di una serie di patologie come l’encefalopatia spongiforme bovina (BSE, il cosiddetto ‘morbo della mucca pazza’) e il morbo di Creutzfeldt-Jacob. Adriano Aguzzi è dunque un’autorità nel campo delle malattie neurodegenerative e ha dato importanti contributi per progredire nella diagnostica precoce .
Direttore dell’Istituto di Neuropatologia dell’Università di Zurigo, dove insegna, nato a Pavia e laureato a Friburgo con studi anche alla Columbia University e all’Istituto di patologia molecolare di Vienna, dall’interesse per la neurochirurgia e la neuro virologia è arrivato a concentrare le sue ricerche appunto sui prioni , sorta di “particelle infettive proteiche” molto più piccole di un virus ed estremamente aggressive, responsabili della morte dei tessuti nervosi che colpiscono.
Aguzzi è stato insignito di numerosi premi e riconoscimenti, tra cui il Pfizer Award for Neurobiology, il Robert-Koch-Prize, la Medaglia della Royal Swedish Academy of Medicine, l’Hartwig Piepenbrock-DZNE Prize, l’“A. Feltrinelli’’ dell’Accademia Nazionale dei Lincei e nel 2004 il Benoist, noto anche come il “premio Nobel svizzero”.
Una carriera dedicata allo studio dell'evoluzione molecolare
Giorgio Bernardi
Oltre 400 articoli nel campo della genomica e dell’evoluzione molecolare, una laurea in Medicina a Padova e una in Fisica a Strasburgo, con esperienze di lavoro in Francia, Inghilterra e Canada , Giorgio Bernardi ha svolto la maggior parte della sua carriera scientifica al Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS), prima al Centre de Recherche sur les Macromolecules di Strasburgo e poi all’Istituto Jacque Monod di Parigi, dove ha ricoperto la posizione di Capo del Laboratorio di Evoluzione Molecolare e quindi di Direttore dell’Istituto. È tuttora Direttore di Ricerca Onorario al CNRS.
Già Presidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn a Napoli e Capo del Laboratorio di Evoluzione Molecolare, nel 2010 ha lasciato Napoli per una posizione di Visiting Professor all’Università Roma Tre.
Studioso delle correlazioni tra ambiente e insorgenza dei tumori
Paolo Boffetta
Oggi alla Icahn School of Medicine at Mount Sinai di New York e all’Università di Bologna, già capo Unità all’Agenzia Internazionale di Ricerca sul Cancro (Iarc) di Lione, l’epidemiologo Paolo Boffetta ha una lunga esperienza nello studio delle correlazioni tra insorgenza dei tumori e ambiente. In particolare, ha indagato il ruolo di occupazione, alcol, fumo, nutrizione nello sviluppo del cancro e ha contribuito allo sviluppo dell’epidemiologia molecolare.
Laureato in medicina e chirurgia all’Università degli studi di Torino, Boffetta si è da subito orientato verso l’estero con un Master in Public Health alla Columbia University di New York.
Dal 2009 al 2013 è stato Vicepresidente della Ricerca all’International Prevention Research Institute; nel 2009 diventa anche Direttore associato di Population Sciences presso il Tisch Cancer Institute della Ichan School of Medicine, dove è stato anche Direttore della Divisione Cancer Prevention and Control.
A partire dal 2010 assume numerosi incarichi di Adjunct/Visiting Professor in diversi atenei in Europa e nel Nord America. Nel 2018 è entrato a far parte della Giuria del Premio internazionale "Lombardia è Ricerca" promosso da Regione Lombardia.
Nuovi approcci per Parkinson, ischemia cerebrale, malattia di Huntington, epilessia
Paolo Calabresi
Negli ultimi due decenni ha sondato i meccanismi cerebrali, in particolare la comunicazione sinaptica tra la corteccia cerebrale e i gangli della base, il ruolo dei recettori della dopamina e come questa sia alterata in condizioni patologiche, in primis nella Malattia di Parkinson.
Paolo Calabresi è Ordinario di Neurologia e Direttore della Sezione di Neurologia Clinica all’Università degli Studi di Perugia, direttore dei Laboratori di Neurologia Sperimentale sempre a Perugia e del Laboratorio di Neurofisiologia delll’IRCCS Fondazione Santa Lucia di Roma. Coordina un team di poco meno di cinquanta persone per la ricerca clinica e preclinica.
Referee per molte prestigiose riviste internazionali, già dell’American Neurological Association e rappresentante del CNR all’International Brain Research Organization, Calabresi sulla base dei risultati elettrofisiologici ottenuti ha stabilito nuovi approcci interdisciplinari per il trattamento di ischemia cerebrale, malattia di Huntington, epilessia.
Neurologo, esperto nella diagnosi e cura delle malattie neurodegenerative
Carlo Caltagirone
Dal 1997 è Direttore Scientifico della Fondazione Santa Lucia IRCCS, dove dal 1992 è responsabile del Laboratorio di Neurologia Clinica e Comportamentale. La ricerca di Caltagirone si concentra sulle relazioni tra cervello e comportamento sia in condizioni normali sia patologiche, e sulla possibilità di regolarle con l’apprendimento e la riabilitazione.
Professore Ordinario di Neurologia alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata dal 1994 al 2018, specialista in Neurologia e Psichiatria, Caltagirone è esperto nella diagnosi e nel trattamento delle malattie neurodegenerative come Alzheimer, Morbo di Parkinson, Morbo di Huntington, Sclerosi Laterale Amiotrofica, paralisi sopranucleare progressiva, demenza frontotemporale e quella a corpi di Lewy.
Autore di oltre 900 pubblicazioni in riviste internazionali, tra il 2012 e il 2018 è stato Presidente della Società Italiana di Riabilitazione ad Alta Specializzazione (SIRAS) e dal 2018 è membro della Commissione Tecnico-Scientifica dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).
La potenza dei computer a servizio delle simulazioni nella ricerca
Federico Calzolari
Ha fatto parte dell’esperimento CMS, con ATLAS uno dei due esperimenti che nel 2012 hanno portato alla scoperta del Bosone di Higgs . “Un’esperienza straordinaria” per Federico Calzolari, Responsabile ICT di un’eccellenza come la Normale di Pisa, fisico che ha saputo intuire per tempo le potenzialità delle applicazioni informatiche dei suoi studi.
I computer sono diventati infatti strumenti fondamentali per la ricerca. Da un lato per l’acquisizione dati, perché rendono possibile registrare miliardi di misure in tempi che sono magari di un milionesimo di secondo. Dall’altro, solo la potenza di calcolo dei computer è in grado di prendere in considerazione tutte le variabili necessarie alle simulazioni con cui progettare oggetti complessi, come appunto l’acceleratore di particelle del CERN protagonista della scoperta del Bosone di Higgs, e magari gli eventi che tali oggetti dovrebbero produrre.
Calzolari ha lavorato per il CNR, che appunto lo schierò nel team dell’esperimento CMS a cui anche la giuria del Nobel ha riconosciuto di aver dimostrato quanto teorizzato nel 1964 dai fisici Higgs e Englert.
Pioniere della scoperta di geni responsabili di molte leucemie e linfomi
Carlo Croce
È uno degli oncologi più famosi - è più citati nella letteratura scientifica - al mondo, autore di studi fondamentali sui meccanismi genetici protagonisti della patogenesi dei tumori, con all’attivo una sessantina di premi e riconoscimenti e oltre 500 pubblicazioni. Carlo Maria Croce, italoamericano, tra le altre cose ha individuato nelle traslocazioni cromosomiche una causa di cancro; ha scoperto l’esistenza di un gene la cui attivazione causa linfomi fino a poco tempo fa incurabili; ha inoltre ricondotto la forma più comune di leucemia, quella linfocitica cronica, ad alterazioni genetiche.
Nato a Milano, è cresciuto a Roma dove si è laureato in Medicina ma la sua carriera accademica si è sviluppata fin dagli anni ‘70 negli USA. L’esordio è a Philadelphia, in Pennsylvania, nel 2004 poi Croce si trasferisce alla Ohio State University dove era già consulente esterno e dove successivamente diventa Direttore del Dipartimento di Biologia e Genetica del Comprehensive Cancer Center. Moltissimi i premi e riconoscimenti internazionali ricevuti, tra questi il Dan David Prize da 1 milione di dollari assegnatogli come pioniere nella scoperta dei geni responsabili di molte leucemie e linfomi.
Autorità sul ‘materiale del futuro’ che potrebbe portare a nuove terapie per l’epilessia
Andrea C. Ferrari
È un’autorità indiscussa nello studio del grafene, già definito “il materiale del futuro” per le sue applicazioni in settori diversi che vanno da quello dell’aerospazio al biomedicale, dove potrebbe tra l’altro portare a nuovi trattamenti per patologie come l’epilessia.
Andrea C. Ferrari è Professore di Nanotecnologia, Direttore (oltre che fondatore) del Cambridge Graphene Centre, capo del Gruppo Nanomateriali e Spettroscopia al Dipartimento di Ingegneria e al Centro di Nanoscienze dell’Università di Cambridge. Ferrari è poi Presidente del Comitato Esecutivo del “Graphene Flagship”, progetto decennale finanziato dalla Comunità Europea con 1 miliardo di euro proprio per esplorare le potenzialità di questo materiale bidimensionale e dunque leggerissimo, flessibile, molto più resistente dell’acciaio ed eccellente conduttore.
Laureato in Ingegneria Nucleare al Politecnico di Milano, Ferrari ha poi conseguito un dottorato in Ingegneria Elettrica a Cambridge. Dal 2014 stabilmente tra i ricercatori più citati a livello mondiale, Ferrari ha ricevuto numerosi riconoscimenti (tra cui il Wolfson Research Merit Award della Royal Society, il Marie Curie Excellence Award, il Philip Leverhulme Prize, il EU-40 Materials Prize), oltre a quattro finanziamenti del Consiglio Europeo della Ricerca.
Un nuovo approccio alle patologie della terza età: potenziare le difese dell’organismo
Luigi Ferrucci
C’è la sua mano nella progettazione dei principali studi epidemiologici condotti negli USA come in Europa sul tema dell’invecchiamento, tema centrale per la popolazione del Vecchio Continente. Luigi Ferrucci, geriatra ed epidemiologo, dal 2002 lavora al National Institute on Aging (NIA) di Baltimora, del quale è Direttore Scientifico dal 2011: in precedenza aveva ricoperto per molti anni il ruolo di professore associato di Biologia, Fisiologia e Statistica all’Università di Firenze.
Ferrucci si è fatto promotore di un nuovo approccio al trattamento delle patologie che tradizionalmente colpiscono la terza età, per passare dalla cura delle malattie già insorte a interventi mirati preventivi, in grado di potenziare le capacità di resilience del nostro organismo ovvero dei suoi meccanismi compensativi. Ha dunque legato sempre più i cambiamenti dei fenotipi e delle funzioni fisiche e cognitive in relazione all’età, allo studio delle patologie che insorgono in età avanzata.
Ferrucci ha ricevuto numerosi premi, tra cui l’“Enrico Greppi”, l’IPSEN Longevity award and quello di “Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia”.
Neurologo clinico, esperto di neuroimaging e Alzheimer
Giovanni B. Frisoni
Neurologo clinico laureato in Medicina e Chirurgia all’Università di Brescia, Giovanni Frisoni è oggi Professore Ordinario di Neuroscienze cliniche all’Università di Ginevra in Svizzera e a capo della Memory Clinic dell’ospedale universitario nella stessa città. Già Direttore Scientifico del Centro nazionale Alzheimer di Brescia, guida un team di dieci scienziati a Ginevra e in Italia 25 scienziati specializzati in imaging (tecniche di ottenimento o produzioni di immagini per visualizzare una struttura anatomica, verificarne la funzionalità e la presenza di eventuali patologie).
Autore di oltre 500 articoli scientifici elencati in PubMed, insignito dell’Investigator Award di European Accademia di Neurologia nel 2016, Frisoni è anche editor di immagini per Neurobiology of Aging e fondatore del comitato editoriale di The Lancet Neurology. Ha guidato progetti nazionali e internazionali finanziati dalla Commissione Europea, dall’Innovative Medicines Initiative (IMI), dall’Associazione Alzheimer, dal Ministero svizzero e da quello italiano della Sanità. Negli anni ha attratto fondi pari a circa 30 milioni di euro per la ricerca competitiva.
Dall’andamento delle patologie tra gli italiani allo studio delle cause di tumori e malattie del cuore
Carlo La Vecchia
Ha indagato pregi e difetti degli stili di vita italiani in termini di salute pubblica. Dagli anni 80 infatti Carlo La Vecchia si occupa di epidemiologia, ovvero della distribuzione geografica e nel tempo delle principali patologie in Italia. Con gli anni, poi, la sua ricerca si è rivolta sempre più alle cause delle malattie: in particolare dei tumori, delle patologie cardiovascolari e perinatali.
Ordinario di Statistica medica ed Epidemiologia al Dipartimento di Scienze Cliniche e Mediche dell’Università degli Studi di Milano, temporary advisor all’Organizzazione Mondiale della Sanità a Ginevra, Commendatore della Repubblica Italiana per meriti scientifici, già capo del Dipartimento di Epidemiologia all’Istituto Mario Negri sempre a Milano, La Vecchia ha lavorato molto anche all’estero, da Harvard a Oxford, dalla Francia alla Svizzera.
Si è occupato dei rischi associati ad alcol, fumo, a esposizioni occupazionali o ambientali ad agenti tossici. E di alimentazione, considerata ormai elemento centrale dagli studiosi: oggi in particolare si procede per ‘pattern dietetici’ degli individui e si utilizzano test biologici per la ricerca di bio marcatori.
Tra fisica e chimica, le simulazioni informatiche dei movimenti molecolari
Michele Parrinello
Il metodo che porta il suo nome (insieme a quello di Roberto Car) è ormai un ‘classico’ della dinamica molecolare, e permette la simulazione informatica dei movimenti degli atomi e delle molecole.
Un risultato per cui Michele Parrinello nel 2009 ha ricevuto la Medaglia Dirac e il Sidney Fernbach Award, due dei maggiori riconoscimenti per la fisica teorica, la matematica e la chimica.
Professore al Politecnico di Zurigo (ETH) e all’Università della Svizzera italiana a Lugano, Parrinello oltre che per le innovazioni nel settore delle simulazioni atomistiche è noto per le molte applicazioni interdisciplinari dei suoi studi che spaziano dalla scienza dei materiali, alla chimica e alla biologia.
Per le sue ricerche è stato insignito del premio Benoist nel 2011 e nel 2017 del premio Dreyfus, primo vincitore di questo riconoscimento al di fuori degli USA. Messinese, laureato in Fisica a Bologna, ha lavorato tra l’altro all’Università di Trieste, al laboratorio di ricerca IBM di Zurigo e all’Istituto Max Planck di Stoccarda.
Autore di oltre 600 pubblicazioni, è membro di diverse istituzioni scientifiche fra cui la National Academy of Science, la British Royal Society e l’Accademia Nazionale dei Lincei.
Brevetti, virus e DNA modificato per combattere le aritmie con base genetica
Silvia Priori
È stata la prima donna a entrare nel board dell’ESC, la European Society of Cardiology. Non è l’unico primato di Silvia Priori, cardiologa, la scienziata italiana più citata nelle ricerche internazionali, titolare di tre brevetti, oltre 450 pubblicazioni all’attivo. Priori è Ordinario di Cardiologia all’Università degli Studi di Pavia e Direttore Scientifico dell’IRCCS Istituti Clinici Scientifici Maugeri, centro di riferimento nazionale e internazionale per la gestione di pazienti affetti da patologie aritmogene su base genetica.
Tra i suoi incarichi anche quello di Direttore del Programma di Genetica Cardiovascolare del Centro Carlos III di Madrid; per otto anni, fino al 2016, ha guidato il Programma di Genetica alla Cardiologia della New York University.
A lei si devono tra l’altro l’identificazione del primo gene la cui alterazione è causa di una forma grave di aritmia cardiaca maligna che provoca morte improvvisa, e il primo algoritmo di stratificazione del rischio per i pazienti affetti da Sindrome del QT lungo. Negli ultimi anni, i suoi studi si sono concentrati sull’uso di virus, per introdurre nelle cellule del cuore malato un DNA modificato in modo tale da curare una determinata patologia cardiaca.
Microbiologo impegnato nello sviluppo di vaccini contro malattie di origine virale o batterica
Rino Rappuoli
Direttore scientifico e responsabile della R&S della GlaxoSmithKline (GSK) Vaccines di Rosia (Siena), Professore di Ricerca Vaccini all’Imperial College di Londra, Rino Rappuoli - laureato all’Università di Siena in Scienze Biologiche - è inoltre Visiting Scientist alla Rockefeller University e all’Harvard Medical School, membro eletto della Royal Society di Londra, dell’US National Academy of Sciences e della European Molecular Biology Organization.
Da tempo impegnato nello sviluppo di vaccini contro gravi malattie di origine virale o batterica, ha sviluppato e implementato tecniche innovative per vaccini contro la pertosse, la difterite, l’influenza e i primi vaccini contro il meningococco C e B.
Fondatore del GSK Vaccines Institute for Global Health, istituto con sede a Siena specializzato nello sviluppo di vaccini per i paesi in via di sviluppo, Rappuoli si è impegnato per il diritto alla salute a livello globale. Nel 2005 è stato insignito della medaglia d’Oro “Al Merito della Sanità Pubblica”.
Innovatore nella lotta alle insufficienze renali tra staminali, farmaci e trapianti
Giuseppe Remuzzi
Doppi trapianti, ricorso alle cellule staminali, farmaci innovativi: è una lotta a tutto campo contro le patologie renali quella che da oltre 35 anni conduce il professor Giuseppe Remuzzi, nefrologo di fama internazionale e oggi Direttore dell’IRCCS Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri.
La sua è una carriera medica votata alla ricerca e ha seguito tutta l’evoluzione dei trattamenti per le malattie del rene: oggi 50 milioni di persone nel mondo soffrono di una forma cronica che li rende dipendenti dalla dialisi. Remuzzi ha saputo innovare sia sul fronte dei farmaci per evitare le insufficienze renali, sia sul fronte dei trapianti. Già presidente dell’International Society of Nephrology (ISN), ha poi lanciato il progetto “0by25” per azzerare il numero di morti da insufficienza renale acuta nei paesi poveri entro il 2025: oggi sono 1 milione e 700 mila ogni anno, tanti quanti - sottolinea il nefrologo - quelli da AIDS.
Dal 2015 membro del CDA dell’Istituto Superiore di Sanità, Remuzzi è stato presidente della Giuria 2018 del Premio “Lombardia è ricerca”.
Lo studio delle ‘cattive’ connessioni tra le centraline del cervello, base di malattie neurologiche
Paolo Maria Rossini
Apparecchi in grado di prevedere il comportamento umano, diagnosi precoci di Alzheimer e altre malattie neurologiche degenerative, prima che compaiano. Il futuro per le neuroscienze è già qui assicura Paolo Maria Rossini, Direttore della Neurologia della Fondazione Policlinico Gemelli di Roma e dell’Istituto di Neuorologia all’Università Cattolica, dove insegna.
Ed è un futuro che passa dallo studio del “connettoma”, ovvero della mappa delle connessioni tra le varie centraline del cervello mentre il soggetto compie una determinata azione. Tali connessioni sono ultradinamiche, cambiano cioè in frazioni di secondo e possono essere ‘buone’ o ‘cattive’: in questo secondo caso, diventano la base di molte malattie neurologiche e anche psichiatriche.
Negli ultimi dieci anni, l’attività di ricerca di Rossini si è concentrata sull’analisi della plasticità e connettività del tessuto cerebrale, in diverse condizioni cliniche e sperimentali: tra queste vari tipi di stimolazione transcranica non invasiva, invecchiamento fisiologico e patologico del cervello, ictus ed epilessia. Ha lavorato inoltre a una macchina che, analizzando i segnali cerebrali di un semplice elettroencefalogramma, sia in grado di prevedere come lavorerà il cervello nei successivi due-tre secondi.
Lo scopritore dei neuroni specchio, primo vincitore del Premio “Lombardia è ricerca”
Giacomo Rizzolatti
Con la sua équipe ha scoperto prima nelle scimmie e poi nell’uomo i neuroni specchio, così chiamati perché si attivano sia quando si compie un movimento sia quando si osserva lo stesso movimento compiuto dai propri simili. Così il neuroscienziato Giacomo Rizzolatti ha di fatto individuato la base fisiologica dell’empatia umana. E per questa scoperta e le sue possibili ricadute è stato il vincitore della prima edizione del Premio “Lombardia è ricerca”: l’assegno da 1 milione di euro ricevuto è stato da lui utilizzato per continuare le sue ricerche sull’epilessia in collaborazione con l’ospedale Niguarda di Milano.
Laureato e specializzato in Neurologia a Padova, visiting professor negli USA e in Canada, è Ordinario di Fisiologia all’Università di Parma dove dirige l’Unità di Ricerca del CNR dell’Istituto di Neuroscienze. Tra i molti riconoscimenti ricevuti il Premio Golgi per la Fisiologia, il George Miller Award della Cognitive Neuroscience Society, il Premio Feltrinelli per la Medicina dell’Accademia dei Lincei, il premio Herlitzka dell’Accademia delle Scienze di Torino, il premio internazionale Grawemyer per la Psicologia considerato il più prestigioso in questo campo, oltre al Brain Prize for Neuroscience, il maggiore riconoscimento internazionale per le neuroscienze.
Cinquant’anni di studi sulle patologie cardiache di origine genetica e sulle ‘morti improvvise’
Peter Schwartz
Quasi cinquant’anni di studi ne fanno un’autorità a livello mondiale nello studio delle patologie cardiache di origine genetica. In particolare, il professor Peter J. Schwartz si è occupato della morte cardiaca improvvisa da vari punti di vista: dalla fisiopatologia alla stratificazione del rischio, dall’approccio terapeutico ai meccanismi genetici. Nel tempo, le sue ricerche si sono concentrate sul sistema nervoso autonomo e sulla LQTS, causa principale di morte cardiaca improvvisa tra i giovani. Le sue scoperte hanno avuto un impatto determinante sulla cardiologia, sia in termini di diagnosi precoce sia di approccio clinico.
Già Presidente della Società Italiana di Cardiologia, il professor Peter J. Schwartz ha molte collaborazioni all’estero in USA, Europa, Sud Africa, Giappone.
Dopo aver guidato per vent’anni la Cardiologia Universitaria del Policlinico San Matteo di Pavia, oggi Schwartz è Direttore del Centro sulle Aritmie Cardiache di Origine Genetica e del Laboratorio di Genetica Cardiovascolare dell’IRCCS Istituto Auxologico Italiano di Milano. È l’unico ricercatore europeo la cui attività è stata finanziata dal National Institutes of Health degli Stati Uniti per oltre quarant’anni. Nel 2017 tramite il programma Horizon 2020 ha ricevuto fondi per un progetto quinquennale.
A caccia degli inibitori degli enzimi che fanno sviluppare i tumori e altre patologie
Claudiu T. Supuran
Ha pubblicato più di 1500 lavori e cinque monografie sugli inibitori enzimatici, in particolare sulle molecole in grado di depotenziare gli enzimi che regolano il meccanismo di crescita di cellule tumorali. Claudiu T. Supuran, chimico, laureato e specializzato a Bucarest ormai da anni insegna all’Università di Firenze, dove è Ordinario di Scienze farmaceutiche al Dipartimento di Neuroscienze, Area del Farmaco e Salute del Bambino.
Un lavoro recente del suo team offre un nuovo approccio per bloccare l’anidrasi carbonica, coinvolta nello sviluppo di patologie che vanno dal glaucoma all’epilessia, dai tumori all’ulcera gastrica a certe forme di obesità: un approccio in grado di controllare gli effetti collaterali - oggi molto significativi - dei farmaci inibitori di questo enzima.
Una molecola sviluppata nel suo laboratorio come inibitore delle anidrasi carboniche tumorali è attualmente in sperimentazione clinica di Fase II in Canada e negli USA per il trattamento dei tumori solidi in fase metastatica, per i quali ci sono poche opzioni terapeutiche. Già medaglia d’oro alle Olimpiadi internazionali di chimica del 1981, ha ricevuto anche la Medaglia Pratesi della Società Chimica Italiana.
4
area
Biomedical
Sciences
3
area
Clinical
Sciences
4
area
Neurosciences
& Psychology
1 area Computer Sciences
1 area Material & Nano Sciences
1 area Natural & Environmental Science