Pompe di calore intelligenti per la casa, a consumo ridotto (fino al 40% rispetto a tradizionali sistemi di riscaldamento), in grado di fare la differenza sul futuro del riscaldamento, perché permetteranno di ridurre proporzionalmente le emissioni atmosferiche. La parola d’ordine è, infatti, efficienza energetica. Questo il punto focale del progetto “i-Gap” (acronimo di “italian + innovative + intelligent + impacting Gas Absorption heat Pump”), che mira a rinnovare i tradizionali impianti di riscaldamento attraverso il ricorso a tecnologie e materiali innovativi, appunto particolari pompe di calore ad assorbimento a gas naturale. Il progetto punta inoltre a quantificare i benefici, energetici, ambientali ed infrastrutturali che deriverebbero dalla diffusione di tale tecnologia.
Sono 4,3 i milioni di euro che Regione Lombardia mette a disposizione per questo progetto attraverso i Fondi Europei POR FESR 2014-2020, su un totale di oltre 8 milioni di costi complessivi: risorse già stanziate dall’ente regionale tramite lo strumento degli Accordi per la Ricerca, lo sviluppo e l’innovazione. Gli Accordi finora approvati sono 32, per un finanziamento complessivo di 106 milioni di euro. Si tratta di intese che consistono in un vero e proprio patto negoziale tra Regione Lombardia e un’aggregazione composta da almeno un’impresa, di qualunque dimensione, e un centro di ricerca e/o Università, che presenti un’innovazione di prodotto o di processo di altissimo profilo.
I vantaggi per l'edilizia
Le pompe di calore su cui punta il progetto sono di dimensioni ridotte e adatte alla produzione ad alto volume, sono facilmente integrabili nel sistema edificio-impianto e forniscono notevoli benefici: economici, energetici, ambientali e infrastrutturali.
La pompa di calore ad assorbimento a gas naturale (GAHP) offre in particolare indubbi vantaggi
per interventi sul parco edilizio esistente: altissima efficienza di conversione dell’energia primaria; forte convenienza economica nell’esercizio; facilità di installazione (utilizzo della fonte aerotermica e di radiatori come sistema di emissione); basse emissioni di gas climalteranti (CO2 e F-gas), di sostanze nocive alla salute (CO, OGC, NOx e PM) e di rumore; utilizzo dell’infrastruttura energetica esistente. Senza contare la manutenzione simile a quella di un sistema tradizionale a caldaia.
Il partenariato
Alla guida del partenariato c’è Ariston Thermo, gruppo tra i leader mondiale nel settore del comfort termico per ambienti domestici, commerciali e industriali.
Considerando l’elevato livello di competenze richieste per la messa a punto della tecnologia, il progetto ha attratto anche l’interesse del Politecnico di Milano, centro di ricerca di eccellenza rinomato, e del suo laboratorio per le energie rinnovabili RELAB, all’avanguardia nello studio dei cicli ad assorbimento.
Le anticipate ricadute sul sistema energetico hanno inoltre catturato l’attenzione di Snam Spa, la principale utility regolata del gas in Europa. Nata nel 1941 come Società Nazionale Metanodotti, da oltre 75 anni realizza e gestisce infrastrutture che oggi puntano a essere sostenibili e tecnologicamente avanzate, sempre garantendo la sicurezza energetica. Opera in Italia e, tramite partecipate in Austria (TAG e GCA), Francia (Teréga) e Regno Unito (Interconnector UK).
Del team di progetto fanno poi parte la bergamasca D&P Srl, società di ingegneria attiva dal 1997 che offre servizi di progettazione tecnica industriale, progettazione meccanica, reverse engineering, analisi di fattibilità, project cost reduction, elaborazioni disegni 2D e 3D, verifiche strutturali e altri servizi; GEFRAN, una multinazionale italiana, specializzata nella progettazione e produzione di sensori, componenti elettronici, azionamenti e sistemi di controllo per l’automazione ed il controllo dei processi industriali e la milanese Sintea Srl, specializzata nella progettazione di impianti energetici avanzati.
Alcuni numeri
Le nostre case sono responsabili di circa il 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni atmosferiche di gas climalteranti. Il tasso di sostituzione degli edifici esistenti con edifici nuovi è molto lento (inferiore all’1% all’anno). Le opportunità di risparmio energetico si devono quindi concentrare negli interventi di riqualificazione degli edifici residenziali costruiti prima del 1990, per la maggior parte ancora riscaldati con caldaie a gas e sistemi di emissione a radiatori, che rappresentano il principale consumo energetico per riscaldamento in Italia ed Europa.
La direzione del progetto è pertanto quella dello smart living, con al centro l’efficienza energetica, settore in cui la Lombardia detiene il primato tecnologico e la produzione di una quota di energia rinnovabile. Il principale obiettivo è di offrire al mercato soluzioni a basse emissioni anche per gli edifici esistenti dove sono installati radiatori a media o alta temperatura che siano al contempo economicamente efficaci nel garantire all’utente un elevato livello di comfort. Per raggiungerlo, i–Gap prevede fasi di sperimentazione sia in laboratorio sia in applicazione residenziale, oltre a un’analisi di mercato sulla possibile diffusione della tecnologia GAHP.