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01/12/2022

Ecco i3D, dispositivo innovativo per il rilascio intraoculare di farmaci

Da MgShell spinoff PoliMi per la principale causa di cecità over 50 e in futuro per altre patologie

Redazione Open Innovation

Redazione Open Innovation

Regione Lombardia

Un obiettivo ambizioso - rivoluzionare l’approccio terapeutico nel campo oftalmico - e, per raggiungerlo, uno strumento innovativo: ovvero, i3D, un dispositivo intraoculare per il trattamento della maculopatia essudativa e di altre patologie oculari.

L’idea è di MgShell, startup nata a Milano dal bacino del Politecnico e incubata in PoliHub, che mira a risolvere i problemi associati alla degenerazione maculare senile, una patologia della parte centrale della retina e principale causa di cecità negli over 50.

MgShell offre un dispositivo intraoculare, brevettato, biodegradabile e bioriassorbibile per il rilascio di dosi precaricate di farmaco a tempi prestabiliti: un dispositivo in grado di ridurre drasticamente il numero di iniezioni intravitreali e tutti i disagi associati all’attuale pratica clinica.

I protagonisti

Marco Ferroni, CEO di MgShell, e Francesco De Gaetano, CTO della startup, entrambi ingegneri biomedici del Politecnico di Milano, rappresentano la parte operativa del team. Con loro nel ruolo di co-founder Federica Boschetti, docente del Politecnico e Advisor Scientifico, e Matteo Cereda, specialista e chirurgo retinico all’ospedale Sacco di Milano e Advisor Clinico.

“Siamo tre ingegneri e un oculista – raccontano - tutti provenienti dall’ambito scientifico. MgShell nasce da un progetto di ricerca del Politecnico di Milano. Dopo alcuni anni in cui abbiamo sviluppato la ‘base’ scientifica e metodologica del progetto, abbiamo iniziato ad affrontare le tematiche più vicine al mondo business. Abbiamo iniziato a chiederci che mercato avesse il nostro prodotto, se ci fosse un’estesa e condivisa esigenza clinica tra i pazienti, come dovessimo muoverci dal punto di vista brevettuale, se avessimo un business plan valido o convenisse continuare soltanto nella ricerca: tutti temi che oggi sono fondamentali per creare traction o fare fundraising. Le prime esperienze sono state molto promettenti”.

I riconoscimenti

Sul loro percorso, anche alcuni riconoscimenti: “Come finalisti di S2P nel 2017 e poi vincitori di Startcup Lombardia nel 2018 eravamo molto stimolati a proseguire per presentare una proposta imprenditoriale solida da diversi punti di vista, non solo quelli scientifici. A valle di ulteriori competizioni per startup vinte e del primo investimento, abbiamo fondato MgShell nell’aprile del 2019. A oggi stiamo sviluppando un dispositivo oculare a rilascio di farmaco che ha una tecnologia realizzata ad hoc tale da rispondere alle esigenze del mercato, alla tutela e al posizionamento brevettuale e alla necessità di scalabilità per essere utilizzata anche a fini clinici diversi”.

L’innovazione rispetto agli standard attuali

Il core business è focalizzato sulla maculopatia essudativa che, a oggi, è la prima causa di cecità nei paesi industrializzati tra gli over 50. “In MgShell – proseguono - sviluppiamo un ‘contenitore’ di farmaco per migliorare l’aderenza dei pazienti al protocollo terapeutico e diminuire drasticamente l’abbandono al trattamento, causato dalle frequenti iniezioni, oggi terapia gold-standard per una simile patologia, evitando tantissimi casi di perdita della vista. Ma potenzialmente all’interno del dispositivo può essere caricato qualunque principio attivo. Questo è un enorme vantaggio, perché ci consente di utilizzare la stessa capsula per veicolare all’interno dell’occhio anche farmaci per altre patologie, e perché no, in futuro, anche al di fuori dell’ambito oftalmico”.

i3D, come funziona

All’interno dell’occhio viene inserito un dispositivo intraoculare: il dispositivo è minimamente invasivo perché viene iniettato in camera vitrea senza necessità di operazione chirurgica; è biodegradabile, perché la sua struttura a base di magnesio ha la peculiare caratteristica di degradarsi nei fluidi biologici; è biocompatibile perché i prodotti di corrosione del magnesio sono accettati dal nostro organismo; è a rilascio programmato perché la peculiare struttura del dispositivo è in grado di rilasciare le dosi di farmaco senza attivazione esterna.

A che punto è la sperimentazione

“Il nostro dispositivo è iniettabile – continua Marco Ferroni – e può essere utilizzato anche in campo intra-operatorio o come applicazione sottocutanea per altre patologie che richiedono dosi di farmaco con un rilascio nel tempo ben preciso. La durata del nostro dispositivo è modulabile in funzione dell’esigenza clinica, variando la configurazione, la tipologia di biomateriale utilizzato e il numero di dosi di farmaco che riusciamo a inserire all’interno. Se ci riferiamo al comparto oculare pensiamo a sistemi di dimensioni molto piccole, che possono aumentare nel caso dell’utilizzo sottocutaneo. Abbiamo scelto di realizzare dispositivi bioriassorbibili, piuttosto che ricaricabili, perché questi ultimi richiedono di essere impiantati tramite operazione chirurgica, differentemente da quanto avviene per i dispositivi iniettabili per i quali è sufficiente una procedura ambulatoriale tramite, appunto, una normale iniezione. Sostanzialmente l’ago con cui si inietta il dispositivo è lo stesso che viene normalmente utilizzato per la terapia. Questo doppio vantaggio in termini di riduzione dell’impatto e dell’invasività del trattamento è molto apprezzato da pazienti, caregiver e staff ospedaliero. Attualmente siamo in fase di sperimentazione preclinica in vitro e ci stiamo preparando per il primo studio pilota su animale”.

MgShell crede nelle rivoluzioni intelligenti che possano portare a un netto miglioramento della qualità della vita dei pazienti maculopatici e dei loro familiari, e a una netta riduzione dell’impatto terapeutico sulla gestione ospedaliera e sulla spesa sanitaria. La sfida che ci proponiamo di vincere nasce dalla nostra mission di risolvere, un giorno, il problema delle patologie oculari con una sola e unica iniezione”.

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