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13/02/2023

Scoperto un pianeta ‘sosia’ della Terra a 31 anni luce da noi

Dal team della scienziata Kossakowski (MPIA): potrebbe avere un’atmosfera e consentire forme di vita

Redazione Open Innovation

Un esopianeta con una massa simile a quella terrestre, in orbita nella zona abitabile della stella nana rossa Wolf 1069: questa la scoperta realizzata da un team di astronomi guidato dalla scienziata dell’MPIA Diana Kossakowski, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Astronomy & Astrophysics.

Una notizia straordinaria se confermata. Basti pensare che degli oltre 5000 esopianeti che gli astronomi hanno scoperto finora, solo una dozzina popolano la cosiddetta zona abitabile circumstellare, ovvero un’area non troppo vicina e nemmeno troppo distante dalla propria stella. Un’area adatta, dunque, a creare condizioni che permettano ad esempio all’acqua di mantenere una forma liquida sulla superficie del pianeta.

Il pianeta già ribattezzato ‘sosia’ della Terra e indicato come Wolf 1069 b avrebbe, secondo i calcoli, una temperatura media di -23 gradi (potrebbe dunque trattarsi di un corpo roccioso) e una massa pari a 1,26 volte quella della Terra.

Sebbene la rotazione di questo pianeta sia probabilmente bloccata dalla stella madre, il team è ottimista sul fatto che possa fornire condizioni abitabili durevoli sul suo lato diurno, quello dunque illuminato dalla stella nana. L’assenza di attività stellare o intensa radiazione UV da parte della stella nana aumenta le possibilità che possa aver conservato gran parte della sua atmosfera, rivelandosi uno dei pochi obiettivi promettenti per la ricerca di marcatori di abitabilità e firme biologiche. 

Nonostante sia molto più vicino alla stella madre rispetto a quanto lo sia la Terra al Sole (parliamo di una distanza equivalente a circa un quindicesimo), Wolf 1069 b riceve poi solamente il 65% della potenza radiante incidente di quella che la Terra ottiene dal Sole, con conseguente emissione inferiore di radiazioni e superficie più fredda, per cui la cosiddetta “zona abitabile” si trova inevitabilmente verso l’interno.

La scoperta di Diana Kossakowski e dei suoi colleghi si colloca nell’ambito del programma CARMENES, costruito proprio allo scopo di rendere più facile l’individuazione del maggior numero possibile di mondi in cui è più probabile si sviluppino forme di vita, con il contributo del Max Planck Institute for Astronomy (MPIA) di Heidelberg e dell’Osservatorio di Calar Alto in Spagna, utilizzato proprio per l’osservazione dell’esopianeta.

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