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02/05/2023

Materie prime critiche, quali sono e cosa prevede il nuovo Regolamento UE

Scopri le azioni entro il 2030 per garantire catene di approvvigionamento sicure e sostenibili

Redazione Open Innovation

Garantire l’accesso dell’UE a un approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime critiche, ovvero di quelle materie prime “di importanza economica caratterizzate da alto rischio di fornitura” secondo la definizione del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

La Commissione Europea ha stilato un elenco delle materie prime critiche, revisionato nel 2020: comprende ad esempio litio, fosforo, cobalto, magnesio, bauxite, tungsteno, titanio.

Si tratta di elementi indispensabili per molti settori strategici quali l’industria a zero emissioni nette, quella digitale, Aerospaziale e della Difesa. Per questo, la Commissione europea ha deciso di proporre diverse azioni per diversificare e rafforzare la resilienza delle catene di approvvigionamento.

L’Unione Europea, infatti, dipende molto dalle importazioni per quanto riguarda le materie critiche, e spesso da fornitori di paesi terzi quasi monopolistici; tale normativa vuole migliorare la capacità dell’UE di monitorare e attenuare i rischi di perturbazioni, sviluppando più circolarità e sostenibilità attraverso precisi parametri di riferimento, inerenti le capacità nazionali lungo la catena di approvvigionamento strategica delle materie prime e la diversificazione dell’approvvigionamento dell’UE entro il 2030

  • almeno il 10% del consumo annuo dell’UE dovrà essere estratto da miniere europee;
  • almeno il 40% delle materie prime critiche consumate nell’UE dovrà essere lavorato (raffinato) in Europa;
  • almeno il 15% delle materie prime critiche consumate nell’UE dovrà arrivare da attività di recupero e riciclo;
  • un massimo del 6 % del consumo annuo dell’Unione di ciascuna materia prima strategica in qualsiasi fase pertinente della trasformazione può provenire da un unico paese terzo.

Ma non finisce qui, perché la Commissione rafforzerà anche l’adozione e la diffusione di tecnologie innovative in relazione alle materie prime critiche, istituendo un partenariato su larga scala e un’accademia per coloro che lavorano nelle catene di approvvigionamento.

Allo stesso tempo, gli Stati membri dovranno attuare misure nazionali per migliorare la raccolta di rifiuti essenziali ricchi di materie prime critiche e garantirne il riciclaggio in materie prime critiche secondarie.

Nonostante questo, l’UE difficilmente sarà autosufficiente nell’approvvigionamento e continuerà a dipendere dalle importazioni per la maggior parte del suo consumo. Ma tale commercio, importantissimo per sostenere la produzione mondiale e garantire la diversificazione, dovrà essere siglato esclusivamente con partner affidabili, per promuoverne la stabilità e rafforzare la certezza del diritto per gli investitori. 

L’iniziativa della Commissione Europea si compone di un regolamento e di una comunicazione: il primo che sarà discusso e approvato dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Unione europea prima della sua adozione ed entrata in vigore.

In allegato la proposta di Regolamento e le azioni previste a livello di commercio.

La Commissione Europea invita a presentare commenti al Regolamento.

Per inviare il tuo contributo vai alla pagina web dedicata all’iniziativa.

Per sapere di più sulle applicazioni delle materie prime critiche, vai alla pagina web del Raw Materials Information System.

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