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Approfondimenti

02/08/2023

Modelli emergenti di cura digitale: i risultati della ricerca di D/Tank

Dal think tank del Dipartimento di Design del Politecnico di Milano: scopri scenari e tecnologie

Redazione Open Innovation

Redazione Open Innovation

La pandemia ha accelerato i processi di digitalizzazione, spingendo gli utenti a utilizzare maggiormente strumenti digitali e servizi online per la cura. L’estrema fiducia e la generale mancanza di consapevolezza degli utenti rispetto la condivisione dei dati non è da sottovalutare e si inserisce nel tema più ampio del monitoraggio della propria salute.

Grazie a nuove tecnologie e a dispositivi wearables, le persone si monitorano e si tracciano più frequentemente per tenere sotto controllo un problema specifico (es.: diabete, cardiopatia, insonnia) ma anche per attuare comportamenti virtuosi, preventivi e per raggiungere uno stile di vita più sano ed equilibrato.

Un gruppo di ricercatori e ricercatrici del Dipartimento di Design, D\Tank, il think tank del Dipartimento di Design del Politecnico di Milano, ha indagato il tema della “Cura Digitale” attraverso quattro strumenti principali - ricerca di articoli scientifici, esplorazione dei brevetti, analisi utente e confronto con decision-maker - con l’obiettivo di delineare una traiettoria condivisa verso una cura digitale equa, accessibile ed inclusiva.

Le sfide e le tematiche della Cura Digitale

Il tema della Cura Digitale è stato poi indagato da D\Tank guardando a tre macro-temi: Cura Distribuita\Distributed Care, Cura del Sé\Self-Care e Potenziatori della Salute\Health Booster Technologies, considerati come tre diversi ambiti di progettazione.

Ognuno di questi temi pone diverse sfide. Ciascun ambito è stato declinato al Presente, al Futuro Possibile e al Presente Alternativo per individuare possibili strategie, prodotti, servizi e luoghi della Cura Digitale.

Gli scenari

Le sfide progettuali sono raccontate in tre scenari che immaginano i Presenti Alternativi della Cura Digitale.

1. Cura digitale: ultimo miglio per la salute

La digitalizzazione è un media straordinario per la distribuzione territoriale della cura. È un processo ancora in corso d’opera, ci sono aree geografiche in cui non c’è una connessione efficiente e ancora molti utenti da alfabetizzare. Ma la digitalizzazione consentirà alla cura di compiere l’ultimo miglio, necessario a raggiungere il paziente portando di fatto la cura a domicilio.

I servizi di logistica. trasporto e smistamento avverranno su infrastrutture dedicate ai mezzi veloci, come ad esempio i droni per garantire ovunque una consegna immediata. La rete sanitaria avrà nodi di cura distribuiti nel territorio per decongestionare gli ospedali.

La casa sarà ancora un terminale terapeutico domestico ma dotato di nuove tecnologie per monitorare ed erogare terapie e connettere il paziente alla rete di servizi sanitari. Le stanze saranno attrezzate con sensori integrati e diventeranno ambienti terapeutici in grado, loro stessi, di curare ed erogare assistenza. Comunità e care giver informali verranno formati per questi servizi, accreditati per garantire qualità e per dialogare con medici, operatori sanitari, ma anche con piattaforme digitali per i pazienti. A questi sarà affidata la missione di erogare in maniera capillare la cura, perché arrivi in prossimità del paziente in maniera affidabile e inclusiva.

2. Cura digitale: IM-paziente digitale

Chi ha bisogno di cura non può aspettare: la digitalizzazione consente ai pazienti di accedere in tempo reale ai servizi di accettazione. La sala d’attesa digitale annullerà la sala d’attesa reale, rivoluzionerà completamente i tempi, riducendo ansia e ritardi.

Servizi di micro management miglioreranno le risposte in base al profilo del paziente; app, chatbot, sistemi Blockchain gestiranno gli appuntamenti, organizzeranno la cura e la condivisione dei dati.

Anche il tempo di diagnosi sarà ridotto: dispositivi wearables per automonitoraggio metteranno in collegamento il corpo del paziente a terminali diagnostici, attraverso aiuti e sensori. Più informazioni e misurazioni sul proprio stato di salute cambieranno la consapevolezza delle persone e porteranno a comportamenti augmented con conseguenze positive ma anche negative; tracker consentiranno una straordinaria raccolta di dati in grado di istruire Machine Learning previsionali per la prevenzione di molte patologie.

Le tecnologie digitali continueranno ad aiutare la salute mentale, ridurranno ancora le distanze fisiche e temporali tra medico e paziente rendendo più immediato l’ingaggio nel momento di massima fragilità: il digitale non sostituirà il terapeuta ma lo aiuterà a garantire continuità del servizio attraverso coaching digitali, tecnologie di E-mental Health e servizi di mental fitness digitale, a consentire mediazione e anonimato e a fornire servizi per diminuire ansia e stress conseguenze crescenti di disturbi cronobiologici e prestazionali.

3. Cura digitale: Cura aperta

Il divario è tra chi può curarsi e chi non riesce ad accedere alle cure è radicale in molti Paesi. Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità le risposte stanno nella democratizzazione dei servizi sanitari e nell’equità della cura. In un futuro decisamente prossimo la digitalizzazione potrebbe garantire l’alfabetizzazione di tutti, medici, pazienti, personale sanitario e care giver.

L’interazione con l’interfaccia sarà inclusiva, userà linguaggi semplificati e tecnologie di base. Il superamento del Digital divide assicurerà a ogni territorio l’accessibilità e l’equità del servizio: si andrà verso una disponibilità dei servizi di cura 24 ore al giorno sette giorni su sette, grazie alla presenza delle reti internet. Questo consentirà al paziente e al medico di comunicare in diretta e in modalità sincrona, rendendo più flessibile il rapporto svincolato da orari rigidi e appuntamenti impossibili. Ma permetterà anche lo sviluppo di luoghi ibridi e soprattutto di soste di cura e benessere, disseminate in uffici, in centri commerciali, in scali intermodali del trasporto pubblico e perfino nei musei. Tutto questo grazie a “care capsules” attrezzate per diagnosi veloci e cure di piccola entità.

Cosa pensano i decision-maker della cura digitale?

Le priorità emerse dalla ricerca e dalla analisi di articoli scientifici, brevetti, analisi utente e questionario sottoposto ai decision-maker riguardano diversi ambiti e concetti-chiave relativi alla Cura Digitale. Il primo cambio di paradigma individuato riguarda il decentramento e la distribuzione capillare sul territorio dei luoghi di cura, che potranno essere fisici, virtuali e/o ibridi. In tale contesto, il ruolo della comunità diventa fondamentale per la mediazione della cura, per la riduzione del divario digitale sul territorio e per la promozione dell’equità nell’accesso a servizi e strumenti. Da un lato, l’aumento dell’utilizzo di tecnologia mobile (es.: app e dispositivi) promuove comportamenti consapevoli, incentiva l’auto-monitoraggio, consolida la relazione medico-paziente; dall’altro, produce risultati circoscritti e non interiorizzati dall’utente, che necessita ancora aiuto nell’interpretazione dei dati che riceve. Se gli strumenti digitali e virtuali (es.: piattaforme online, telemedicina) supportano infatti gli utenti nel raccontare il proprio malessere psico-fisico, per esempio, l’uso persuasivo e compulsivo delle tecnologie e dei contenuti digitali può impattare sul benessere mentale (es.: fake news, internet addiction disorders).

Sfide progettuali

Dalla ricerca sono emerse tre filoni rilevanti sul tema della Cura Digitale, per ciascuno dei quali si disegnano tre principali ambiti di progettazione.

Cura distribuita

Infrastrutture e network di servizio

È centrale la distribuzione territoriale di competenze, servizi e saperi, favorita dal digitale per evitare il divario territoriale.

Comunicazione medico-comunità-paziente

Sono necessari nuovi soggetti nella filiera della cura tra il medico e il paziente. Chi sono? Chi li forma? Che lingua parlano? Qual è il ruolo della legittimazione tra cura e comunità?

Alfabetizzazione digitale

Alla velocità con cui avvengono le innovazioni tecnologiche non corrisponde altrettanta conoscenza (literacy) e interazione da parte degli utenti.

Cura del sé

Tracciamento dei dati

Il paziente diventa medico: si monitora, si diagnostica, si cura, vuole sapere e capire. Wearables e sensori ascoltano e tracciano le trasformazioni del corpo.

Benessere mentale

Il sé non sempre corrisponde alle aspettative: da un lato, burn-out, obesità, depressione, dipendenze, disordini alimentari, disordini dell’attenzione e disturbi del sonno; dall’altro, beauty e cosmetica come strumenti per la realizzazione di un nuovo sé.

Comportamenti digital-driven

Ognuno sceglie rispetto a modalità personalizzate di cura e salute: gaming persuasivo, e-coaching motivazionali, app personalizzate e haptic patch a rilascio farmaceutico sono alcune delle possibilità.

Potenziatori della salute

Equità

L’accesso alla salute come discrimine tra ricchezza e povertà. Le tecnologie della salute per la sopravvivenza. L’inclusione a un equo accesso alle cure.

Eternità

Tecnologie per la longevità di iper-corpi, con organi on demand stampati in 3D e una previsione di morte che si allontana sempre più.

Extra-ordinario

Tecnologie extra-corporee per implementare le performance (IA, digital twin, wearables, bio-sensori e gaming). Neuroscienze per esplorare potenzialità sconosciute del cervello e nuove droghe per disinibire le emozioni.

Da futuri possibili a presenti alternativi

Secondo i principi di forecasting e backcasting, i tre ambiti di progettazione trovati sono stati declinati al Presente, al Futuro Possibile ed infine al Presente Alternativo, sviluppando così Convergenze e Bussole di Innovazione utili alla realizzazione di strategie, prodotti, servizi e luoghi della Cura Digitale.

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