Si trova a Pizzighettone, in provincia di Cremona, il primo impianto italiano per l’idrogeno verde: una delle rare soluzioni industrializzabili, che può essere prodotto in serie e richiede una manutenzione piuttosto agevole.
Lo ha progettato l’azienda lombarda H2Energy (sede legale in provincia di Brescia, sede commerciale a Milano e produzione appunto nel cremonese), fondata durante la pandemia dai chimici di processo Claudio Mascialino e Saro Capozzoli, insieme all’imprenditore del fotovoltaico Riccardo Ducoli.
Si tratta di una macchina modulare pre-assemblata in linea, e poi testata e installata in loco, in grado di produrre grazie all’elettrolisi 1MW d’idrogeno verde, pari a 18 Kg l’ora: dunque senza generare C02 - perché utilizza elettricità generata da fonti rinnovabili - nello spazio di un container standard di un autoarticolato.
La tecnologia utilizzata è quella di un elettrolizzatore a membrana a scambio protonico (detta Pem).
L’impianto intende puntare sul cosiddetto “load shifting”, vale a dire l’assorbimento dell’energia elettrica rinnovabile in eccesso, così da sfruttarla nei momenti di bisogno; a questo si aggiunge anche la possibilità di utilizzarlo per la realizzazione di altri prodotti chimici, quali ammoniaca, urea e metanolo.
Un dispositivo davvero innovativo, come innovativa è anche l’azienda lombarda H2Energy, che conta già 30 dipendenti e che proprio a Pizzighettone ha promosso la nascita di un laboratorio di Ricerca e Sviluppo grazie a cui ha avviato una partnership con il Politecnico di Torino, l’Università Bicocca di Milano e altri enti accademici italiani.
In collaborazione con Regione Lombardia, inoltre, H2Energy ha in progetto di iniziare la produzione industriale di Idrogeno verde e di fare da capofila a una filiera industriale dell’energia verde.
Un’iniziativa tanto più significativa se si guarda alla ratifica da parte dell’Unione Europea dell’Accordo di Parigi, che prevede di raggiungere emissioni zero entro il 2050; a marzo 2023, inoltre, i negoziatori del Consiglio e del Parlamento europeo hanno trovato l’accordo sulla nuova revisione della Direttiva sulle energie rinnovabili, chiamata Red III, che stabilisce che i consumi comunitari complessivi raggiungano almeno il 42,5% da fonti rinnovabili entro il 2023.
L’evoluzione delle tecniche di produzione e nuove politiche di incentivazione potrebbero poi contribuire a ridurre gli attuali costi di produzione dell’idrogeno verde, rendendolo sempre più competitivo.