Ci sarà anche un astronauta italiano sulla futura stazione spaziale Gateway nell’orbita lunare, tra il 2025 e il 2030. Lo ha deciso l’Agenzia spaziale europea (ESA), che negli ultimi mesi aveva anche selezionato una nuova classe di astronauti: 17 nuove leve, selezionate tra oltre 22.500 candidature.
Tra loro due donne e tre uomini sono astronauti di carriera che inizieranno subito l’addestramento in vista di future missioni spaziali, mentre 11 sono le riserve, tra cui spiccano due italiani: la bresciana Anthea Comellini e lo spoletino Andrea Patassa.
È la prima volta che l’ESA seleziona un pool di astronauti ‘di riserva’.
Lo ha fatto per fronteggiare eventuali emergenze: le riserve rimarranno con i loro attuali datori di lavoro e riceveranno un contratto di consulenza e supporto di base, ma potrebbero essere richiamati in qualsiasi momento, nel qual caso inizieranno immediatamente l’addestramento.
C’è poi il primo parastronauta, il britannico John McFall, che prenderà parte a un progetto per sviluppare opzioni per l’inclusione di persone con disabilità fisiche in possibili missioni future.
I numeri dell’ESA
L’ESA è un’organizzazione internazionale, nata per sviluppare capacità spaziali a livello europeo e per garantire che gli investimenti effettuati per la conquista dello
Spazio abbiano vantaggi e ricadute positive per tutti i cittadini europei e del mondo. Conta 22 Stati Membri e 2.200 dipendenti tra scienziati, ingegneri, specialisti informatici e personale amministrativo.
Il budget ESA per il 2023 è di oltre 7 miliardi di euro. L’ESA opera sulla base di criteri di ripartizione geografica, ovvero investe in ciascuno Stato Membro, mediante i contratti industriali per i programmi spaziali, un importo pressoché equivalente al contributo di quel Paese.
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