Con la cerimonia di avvio dei lavori, venerdì 12 ottobre, comincia il conto alla rovescia per la realizzazione del nuovo ‘Parco Gerolamo Cardano per l’innovazione sostenibile’ dell’Università di Pavia e per la riqualificazione degli istituti scientifici del Dipartimento di Scienze del Farmaco.
Il finanziamento di Regione per il Centro di Ricerca e Formazione
I due progetti, finanziati da Regione Lombardia, rientrano in un quadro più ampio che prevede la nascita di un vero e proprio distretto dell’innovazione promosso dall’ateneo pavese, insieme alle altre istituzioni del territorio. L’obiettivo è sostenere la ricerca applicata e la progettualità delle imprese.
Nello specifico, per quanto riguarda il Centro di Ricerca e Formazione dell’ateneo pavese, il cui costo totale ammonta a 14 milioni di euro, Regione Lombardia ha dato un contributo pari a 12 milioni di euro a valere sul Fondo Ripresa Economica (Piano Lombardia, l.r. 9/2020). Il termine lavori è previsto entro il 2026.
Gli ambiti di ricerca: microelettronica, farmaceutica, nutrizione
Tre le linee di ricerca che verranno affrontate all’interno del Centro per l’innovazione finanziato da Regione:
- filiera IT-Innovazione: microelettronica e nano elettronica per le Scienze della vita, sensoristica per l’ambiente, robotica, mobilità e trasporti;
- filiera della salute: materiali avanzati e nanotecnologie per applicazioni in ambito microelettronico, biomedicale e farmaceutico, in sinergia con IRCCS San Matteo, Maugeri, Mondino, CNAO e gli altri centri di ricerca di Pavia;
- filiera agroalimentare: alimentazione sostenibile e ‘Lifestyle Medicine’, ‘Food & Pharma Food’ attraverso le preparazioni alimentari, la nutraceutica, la nutrizione di precisione, e sicurezza alimentare.
Il Centro di Ricerca e Formazione prevede aule per la formazione, laboratori e uffici dedicati all’attività di ricerca scientifica e opererà in raccordo con i 18 Dipartimenti dell’Università di Pavia e con gli altri centri di ricerca presenti in città (i tre IRCCS, CNAO, INFN, CNR, Eucentre e IUSS).
Nuovi edifici del Dipartimento di Scienze del Farmaco
Per quanto riguarda, invece, i nuovi edifici del Dipartimento di scienze del farmaco, l’investimento totale ammonta a 60 milioni di euro, di cui 32 milioni sono di cofinanziamento ministeriale (Bando MUR definito dal D.M. 1274 del 2021) e 10 milioni di Regione Lombardia. Inoltre, dei finanziamenti regionali 7 milioni sono destinati all’allestimento dei laboratori e 3 alle demolizioni e alla sistemazione degli spazi esterni. Il nuovo edificio ospiterà infatti dipartimenti al momento insediati in edifici ormai obsoleti, che verranno parzialmente abbattuti per creare nuovi spazi aperti. In questo caso il termine dei lavori è previsto nel 2027.
Fermi: progetto che è orgoglio per Pavia e per la Lombardia
Alla cerimonia hanno partecipato l’assessore regionale all’Università, Ricerca e Innovazione, Alessandro Fermi, il sottosegretario alla presidenza di Regione Lombardia con delega a Controlli, Patrimonio e Digitalizzazione, Ruggero Invernizzi, il sindaco di Pavia Michele Lissia, il presidente di Assolombarda Alessandro Spada, l’amministratore delegato di Arexpo SpA Igor de Biasio e il rettore dell’Università di Pavia Francesco Svelto.
“Questo progetto – ha sottolineato Fermi – è motivo di orgoglio per Pavia e per l’intera Lombardia e rappresenta un modello da replicare in tutta la regione. I cantieri che inauguriamo oggi permetteranno di realizzare dei centri di ricerca e innovazione dislocati sul territorio, che affiancheranno le strutture già attive nel capoluogo lombardo. Ciò avverrà in comparti di primaria importanza della ricerca scientifica come l’Information Technology, l’agroalimentare e la salute. Sono settori – ha aggiunto – in cui abbiamo un patrimonio di eccellenze da valorizzare al massimo, sia lato università sia lato imprese. Abbiamo il dovere di investire in iniziative come queste, che proiettano il territorio verso il futuro. L’obiettivo è rendere il territorio sempre più attrattivo per ricercatori e studenti. E promuovere in modo efficace il modello lombardo, in cui credo fortemente, all’estero”.