Il car sharing del futuro - a guida completamente autonoma - ha percorso il suo primo chilometro. È successo a Brescia, dove a fine gennaio con una Fiat 500 elettrica è partita la sperimentazione di un modello di car sharing innovativo: un servizio con veicoli in grado di raggiungere da soli gli utenti e di ripartire in autonomia verso un parcheggio, una stazione di ricarica o un nuovo cliente una volta terminato l’utilizzo.
I promotori nell’ambito di MOST
L’iniziativa è stata promossa all’interno del partenariato MOST (Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile), grazie alla collaborazione tra il team di Ricerca e Sviluppo di A2A e il gruppo di lavoro AIDA (Artificial Intelligence Driving Autonomous) del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano.
Gli obiettivi
Il progetto per un modello di car sharing unico in Europa, che unisce le potenzialità dell’auto elettrica a quelle della guida autonoma, nasce dall’esigenza di sviluppare modelli innovativi per una mobilità urbana più efficiente e sostenibile.
Gli obiettivi? Contribuire alla riduzione del traffico, migliorare la sostenibilità ambientale e ottimizzare il sistema di auto condivise, che attualmente presenta criticità operative.
(immagine: Politecnico di Milano)
La presentazione del progetto si è tenuta all’auditorium del Termoutilizzatore A2A di Brescia, con l’Amministratore Delegato di A2A Renato Mazzoncini, i professori Sergio Matteo Savaresi e Dario Zaninelli del Politecnico di Milano, il Presidente del MOST Ferruccio Resta, la sindaca di Brescia Laura Castelletti e Davide Alberti, responsabile del team Ricerca e Sviluppo di A2A.
L’innovazione e il contributo del Politecnico di Milano
Grazie all’implementazione di complessi algoritmi di intelligenza artificiale e all’autorizzazione ex Decreto Ministeriale 70/2018 (Decreto Smart Road) il progetto ha permesso a diversi veicoli di completare percorsi urbani aperti al traffico, affrontando con successo rotonde e attraversamenti pedonali e dimostrando la capacità del veicolo di riconoscere e rispondere agli ostacoli in tempo reale.
“Questa sperimentazione rappresenta un passo in avanti fondamentale verso nuovi modelli di mobilità sostenibile: raccoglie e mette a frutto anni di esperienze fatte dal Politecnico di Milano nell’ambito delle competizioni su pista di auto autonome - spiega Sergio Matteo Savaresi, docente di Automation and Control in Vehicles -, della 1000 Miglia edizione 2023 e 2024 e anche attraverso la ricarica wireless dei veicoli elettrici”.
La sperimentazione
I test del nuovo modello di car sharing si sono estesi a contesti molto diversi: dalle autostrade alle strade extraurbane, fino a condizioni di montagna con scarsa connettività o attraverso gallerie.
Questo approccio progressivo mira a preparare i veicoli ad affrontare scenari sempre più complessi, garantendo robustezza e affidabilità degli algoritmi.
(immagine: Politecnico di Milano)
La supervisione remota
Nel 2025, la sperimentazione entrerà nel vivo a Brescia, con test su strade urbane aperte al traffico per analizzare l’interazione tra i veicoli autonomi e la complessità della mobilità urbana. A supporto di queste prove, è stata introdotta la supervisione remota: un sistema che consente a un operatore umano di intervenire in situazioni in cui il veicolo non è in grado di gestire autonomamente determinate circostanze, chiamate “casi limite”.
Tale approccio innovativo prevede che un supervisore remoto possa monitorare e controllare da 20 a 30 veicoli contemporaneamente, aprendo la strada a un futuro in cui flotte autonome potranno operare in sicurezza e con efficienza, senza la necessità di conducenti a bordo.